domenica 6 luglio 2014

Il cammino per cambiare la propria vita (4° parte)

Noi e l'ambiente

Tutti gli organismi viventi si adattano al loro ambiente.

Anche gli esseri umani si comportano in modo diverso in ambienti diversi: vediamo come alcune persone si comportano in un modo con i loro familiari e in un modo completamente differente nel contesto lavorativo.

A molti piace viaggiare. Se ci pensiamo bene, un viaggio ci può affascinare non solo perché ci conduce in un  ambiente completamente differente dal nostro, ma anche perché ci mette in contatto con nuove culture e con persone nuove. 

così facendo scopriamo nuovi aspetti di noi stessi.
Se invece,ce ne stiamo, per così dire, a casa nostra cadiamo nella routine. I nostri pensieri e le nostre azioni si susseguono giorno dopo giorno in modo pressoché sempre uguale. Accendiamo il pilota automatico e non siamo più consci di ciò che stiamo facendo e soprattutto perchéLa routine diventa il grande nemico del cambiamento. Spesso si sente dire che per cambiare l’esterno dobbiamo cambiare il nostro mondo interiore. Tuttavia, questo potrebbe non essere del tutto vero. Magari, pur mettendoci tutta la buona volontà, dopo tanti tentativi e tanti anni non siamo riusciti a cambiare nulla.

Ci sono tuttavia delle condizioni che possono rivelarsi come dei facilitatori del cambiamento o quanto meno ci possono aiutare a vedere meglio come stanno le cose fuori e dentro di noi. Allora lo sperimentare nuovi ambienti ci può portare a rompere con la routine costringendoci a scoprire degli aspetti di noi che nemmeno sapevamo di avere.

Cosa succede per esempio nel Cammino?
  • In primo luogo cambia l’orizzonte fisico in cui ci si viene a trovare. Si passa, almeno per molti di noi, da una vita in ambienti chiusi ad una vita all'aria aperta, regolata dal sorgere, salire e tramontare del sole, essendo esposti alle differenti condizioni meteorologiche (banalmente caldo/freddo, sole/pioggia/neve ecc.). L’impatto può essere veramente forte. Si ritorna a vivere un po’ come i nostri progenitori e si impara di nuovo a guardare il cielo per vedere che cosa ci riserva.
  • In secondo luogo, se si vuole andare avanti nel viaggio e’ necessario camminare e fare affidamento sulle proprie gambe e sul proprio corpo. Il nostro corpo, dal canto suo, specie sulle lunghe distanze, con il susseguirsi dei giorni di marcia non mancherà di farsi sentire in ogni suo muscolo, giuntura, tendine.
  • Poi si entrerà in contatto con una umanità estremamente variegata per cultura, lingua, prospettive, desideri. Si tratta di persone, spesso mai viste prima, con le quali si condividerà il cibo, il riposo, il ritmo di vita, spesso in spazi comuni. Il nostro concetto di casa viene profondamente mutato.
Sono tutte novità in un certo senso sfidanti, che rompono la routine, ci portano al di fuori di noi stessi. Magari li’ per li’, durante il cammino non avremo molto tempo per riflettere e pensare in modo “tradizionale” e intimistico. Al ritorno invece spesso il nostro mondo esteriore e interiore  si presenterà' a noi in una nuova luce.


Per concludere, si potrebbe dire che il vivere in un ambiente (specie mentale) troppo confortevole, ove tutto e’ previsto e prevedibile ci porta a sederci

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