martedì 1 luglio 2014

La volontà in cammino

Di certo nella vita ci sara’ capitato di incontrare delle persone dotate di padronanza di se’, in grado di dirigere e ridirigere la loro esistenza anche nelle situazioni più difficili.

Sono persone che possiedono come un faro interiore che le rende capaci di navigare anche in condizioni avverse.

Sono persone che hanno sviluppato negli anni una funzione psicologica fondamentale per il benessere psicologico e la realizzazione della propria vita: la volontà.
La volontà e’ stata definita come la capacita’ di “funzionare liberamente” secondo la propria natura  e “non obbligati da forze esterne” (Ferrucci,1981)

E io come “vivo” la mia volontà? Mi piego spesso alla volontà degli altri ? Come vedo la mia volontà? E’ paralizzata? Intorpidita dall’abitudine? Dispersa nelle mille distrazioni? Tormentata dai dubbi? Oppure sopraffatta dalla rabbia, dalla tristezza, dal  senso di vuoto, dalla  paura.

Secondo Ferrucci e’ pero’ possibile  per tutti “scoprire e intensificare la volontà usandola”. Ecco allora che il Cammino può diventare una bellissima ed utilissima occasione per scoprire e dare spessore alla nostra volontà.

Gia' il decidere di partire (con la necessita’ di fissare una meta, raccogliere informazioni, chiedere una pausa dal lavoro, organizzare il viaggio di trasferimento, preparare lo zaino, decidere le tappe che si faranno) implica un esercizio di volontà e progettualità, un pensarsi al di fuori della dimensione quotidiana per molti di noi, abitudinaria e ripetitiva. 

Poi, quando ci si trova effettivamente sul Cammino, giorno dopo giorno ci si troverà a dover compiere tante piccole decisioni (per esempio quando fermarsi e quando proseguire, dove dormire, ecc.). Ad esempio lo sforzarsi di andare un po’ piu’ avanti nel camminare, magari verso sera quando si e’ stanchi ed esposti al calore oppure alla pioggia, può divenire, fisico permettendo, un piccolo esercizio di volontà. Una pellegrina mi raccontava come il fatto di camminare le facesse percepire molto meno tanti dolori  del proprio corpo per i quali a casa se ne sarebbe rimasta volentieri sul divano.

Vi sono poi altri aspetti del Cammino che, calati nella vita quotidiana, dopo il ritorno, possono aiutarci a rafforzare la volontà’ e a pensare e agire in modo più’ libero e meno conformista:

  • l’eliminare il superfluo che si trasforma in un peso che grava sulle nostre spalle e sui piedi;
  • vincere la pigrizia, alzarsi e ripartire ogni mattina verso una nuova tappa;
  • per chi e’ molto socievole, l’imporsi nelle giornate  un po’ di solitudine e di silenzio (anche con se stessi).

Vi sono infine dei veri e propri esercizi di volontà da fare anche nella vita ordinaria: per esempio di fronte a scelte di poca importanza decidere immediatamente e senza esitazione per provare a sentire che cosa succede dentro di noi.

Per concludere, solo una piccola notazione: non confondere la volontà con l’autoimposizione. La volontà e’ imparare ad ascoltarsi per poi saper dirigere bene la propria vita e le proprie energie senza disperdersi in mille pensieri e in sforzi inutili quanto frustranti. 
La volontà fornisce una visione delle cose e quindi capacita’ di organizzazione; ci insegna a soppesare le nostre forze e le responsabilità e quindi ad acquisire la competenza  e la padronanza di se’. La volontà quindi non ci impone sugli altri, ma ci aiuta a vivere meglio con chi abbiamo accanto. Ferrucci osserva che occorre imparare a “volere dal centro del nostro essere” per cui, a volte, la cosa giusta da fare sara’ semplicemente persistere nei nostri doveri, altre volte, sara’ necessario andare controcorrente e saper dire dei “no”.

Per approfodimenti: P. Ferrucci, Crescere, Roma, Astrolabio, 1981

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