lunedì 23 giugno 2014

Il cammino per cambiare la propria vita (3° parte)

Nella precedente puntata, si era detto come l’esperienza emotiva e non l’imporre a se stessi delle regole oppure il solo e semplice auto convincimento, diano la forza per cambiare.

E’ poi esperienza comune il fatto che il vero nemico del cambiamento sia il tornare indietro, il ricadere nei nostri vecchi schemi di pensare e di agire. Allora come fare?

Per prima cosa, occorre fissarsi un obiettivo (possiamo scriverlo o registrarlo ad alta voce). In secondo luogo, occorre, non solo fissarsi un obiettivo, ma ancorare questo obiettivo a una spinta emotiva come si e’ gia’ detto. Facendo un ulteriore passo avanti pero’ occorre anche divenire capaci di sperimentare in qualche modo  la propria competenza ed efficacia nel fare le cose. Su quest’ultimo punto il cammino puo’ darci molto perche’ ad ogni tappa diventiamo più competenti ed efficaci.

Pensiamo adesso a un bambino che, da quando comincia a muovere i primi passi, diventa nei giorni sempre più bravo a tenere l’equilibrio, lanciandosi anche su terreni irregolari e accidentati come un prato (ovviamente in condizioni di sicurezza!!) Questo bambino mano a mano accrescerà la fiducia in se stesso e la confidenza nel controllo del proprio corpo imparando a compiere movimenti sempre più fini e complessi. Per fare un altro esempio: se abbiamo avuto la fortuna di vivere un’esperienza affettiva ricca e piena di significato, allora diventiamo capaci di percepirci come persone amabili e desiderabili agli occhi degli altri.

In cammino facciamo due tipi di esperienze che ci aiutano a cambiare: sperimentiamo molte più emozioni e diventiamo più competenti. Ma soprattutto diventiamo naturalmente consapevoli della nostra aumentata competenza.

Allora in cammino possiamo fare questo: cominciare a crederci, vederci nella nostra mente capaci di cambiare. Cominciamo con l’immaginare, dentro di noi, quali sensazioni potremmo provare nel nostro nuovo stato di vita, magari si tratta di modificare per lo più uno stato di vita interiore, una predisposizione di spirito, il nostro modo di vivere gli eventi che ci arrivano dall'esterno.

Possiamo anche considerare le cose da un’altra prospettiva: immaginiamo che cosa potrebbe succedere/succederci se decidiamo di non cambiare e di lasciare stare le cose cosi’ come sono, se perseveriamo nelle nostre abitudini negative. Il non fare, il non intervenire sulle situazioni, ovviamente non accompagnato da una riflessione sulle cose e’ di fatto una scelta con tutto il suo corteo di conseguenze.

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