lunedì 9 giugno 2014

Viaggio spirituale e pellegrinaggi

Nei tempi, il pellegrinaggio è divenuto un metodo per accedere alla dimensione spirituale dell’uomo, vale a dire, alla componente non mortale, quella che può crescere ed evolvere e che può condurre l’individuo a scoprire il senso della vita.
Nella vita comune, un uomo può farsi un’idea dello spirito, ma probabilmente se la farà in senso negativo, in altre parole, si renderà conto che gli manca qualcosa, e questo qualcosa è lo spirito. Tale consapevolezza è spesso raggiunta negli inevitabili momenti di crisi che dovrà superare, oppure quando qualche circostanza della vita gli farà sperimentare la caduta e i suoi inevitabili limiti.
Il pellegrinaggio presso una meta significativa è uno strumento che da sempre può fungere da iniziazione, ovvero da introduzione alla ricerca di senso profondo nella propria vita.
Durante il pellegrinaggio, si fa l’esperienza della perdita del controllo della propria vita: ci si lascia andare intenzionalmente all'insicurezza, la quale implica la possibilità della perdita e, in ultima istanza, anche della morte. Grazie all'esperienza ricercata di insicurezza si toglie un po’ di controllo all'Io, che sappiamo desiderare la sicurezza e proteggersi dall'angoscia mediante i meccanismi di difesa.
La perdita ricercata del controllo che si realizza nell'esperienza del pellegrinaggio a piedi porta nella direzione dello spirito e del mistero liberandoci dai lacci dell’Io che intrappola la vita nell'illusione del controllo a oltranza. Perdita di controllo significa anche, inizialmente, disorientamento e confusione, che sono essenziali perché possa avvenire un mutamento durevole di prospettiva . Infatti spesso è proprio il disorientamento iniziale del pellegrino che percorre i primi passi, a permettere il mutamento di prospettiva. Egli, si trova a dover pensare e vedere le cose diversamente. Anche il tempo scorre diversamente rispetto alla vita di tutti i giorni: questo per alcuni può rappresentare un trauma, uno shock.
Alla fine però se si verifica una condizione di sufficiente disorientamento, allora può avvenire la trasformazione che permette al pellegrino di guardare oltre.
(Psicologia dei cammini Sacri, p.53-54)

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